Lettera di Natale 2020

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Questo intendo richiamare al mio cuore, e per questo voglio riprendere speranza. 
Le grazie del Signore non sono finite, non sono esaurite le sue misericordie. 
Si rinnovano ogni mattina, grande è la sua fedeltà. (Lam 3, 21-23)

Avvento 2020

È con questa Parola, carissimi amici, che vogliamo prepararci al Natale, perché il nostro cuore ha bisogno di riprendere speranza, ha bisogno di riposare nella misericordia e nella fedeltà del Signore. Le sue grazie non sono esaurite, “si rinnovano ogni mattina”. Il nostro cuore stanco ha bisogno di ricominciare a sperare, e può farlo solo affidandosi al Signore, accogliendo la Parola del Dio della vita. Lui è con noi, e il Natale non viene semplicemente a ricordarcelo, ma rende presente oggi quanto accaduto quella notte a Betlemme: l’Emmanuele, il Dio con noi, prende “la vera carne della nostra umanità e fragilità” (S. Francesco), questa nostra carne che sta soffrendo, che ha paura della pandemia e di tante minacce che in diversi modi vogliono rubare la gioia e la bellezza della vita. Egli viene, nasce dalla Vergine Maria, assume, fa sua, santifica e salva la nostra fragile umanità.

Il Signore è con noi e nessun buio, nessuna tenebra potrà mai spegnere la sua luce che “splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta” (Gv 1,5). Quest’anno il mondo è stato improvvisamente avvolto dalle tenebre, la pandemia ci ha sorpresi e ha stravolto la nostra vita, ma il buio non ha prevalso. Abbiamo visto rifulgere la Sua luce nel grande momento di preghiera con il Santo Padre il 27 marzo. La sua intercessione accorata ha raccolto e presentato al Signore quella di tutti noi: chiusi nelle nostre case, ci siamo stretti in una comunione che, pur nella distanza, ci ha resi un cuore solo.

L’abbiamo vista, e ancora la vediamo, nei medici, negli infermieri, in quanti si spendono senza riserve nella cura degli ammalati, affrontando grandi rischi per la loro stessa vita; nelle tante iniziative di preghiera che, anche attraverso i mezzi di comunicazione, ci uniscono nell’invocare il Signore perché ci aiuti a uscire da questa situazione che sta coinvolgendo non solo la salute, ma anche la scuola, il lavoro, le relazioni. La vediamo nella solidarietà di quanti si prodigano per essere di aiuto, per sostenere chi ha bisogno, in chi mette a disposizione i propri mezzi, il tempo, le risorse. Questa grande sofferenza per tutti “…smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità. Ci dimostra come abbiamo lasciato addormentato e abbandonato ciò che alimenta, sostiene e dà forza alla nostra vita e alla nostra comunità. (…) Con la tempesta, è caduto il trucco di quegli stereotipi con cui mascheravamo i nostri “ego” sempre preoccupati della propria immagine; ed è rimasta scoperta, ancora una volta, quella (benedetta) appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli.” (Papa Francesco, 27 marzo 2020). 

Tante sicurezze sono crollate, hanno mostrato la loro inconsistenza, facendo emergere il bisogno che abbiamo gli uni degli altri, di relazioni vere, di una vicinanza che, paradossalmente, la distanza che dobbiamo rispettare ha reso più forte. Uniti dalla comune umanità, in cammino verso la stessa meta, siamo responsabili e custodi dei nostri fratelli e sorelle.

È quanto stiamo vivendo anche nella nostra comunità, dove la parola “responsabilità” ha guidato diverse scelte e ci ha richiamate a vivere più profondamente e intensamente la nostra chiamata ad essere sostegno delle membra sofferenti, come la nostra Madre S. Chiara ci ha insegnato. Il valore della nostra vocazione, nascosta, silenziosa, ma capace di raggiungere tutti e di essere presente anche lì dove le persone sono costrette all’isolamento, accanto ai tanti ammalati morti nella solitudine, si è fatto davvero esperienza forte per ciascuna di noi, come mai avevamo avuto la grazia di sperimentare.

La preghiera, cuore della nostra vita, è stata il centro delle nostre giornate alle quali, grazie ai nostri frati cappellani del Convento di Monteripido, non è mai mancato il nutrimento della celebrazione Eucaristica: è tanta la gratitudine nei loro confronti, e in particolare vogliamo ringraziare P. Luigi Giacometti, P. Marco Asselle, P. Massimo Chieruzzi e P. Stefano Paolo Gennari che hanno concluso il loro servizio a Perugia. Abbiamo camminato diversi anni insieme a loro e la fraternità che si è creata è un dono prezioso per noi. Abbiamo poi accolto con gioia i nuovi arrivati: P. Georges Massinelli, P. Giulio Michelini, P. Salvatore Cirami, P. Roberto Giacomazzi e fr. Samuele Pelizzari, che, insieme agli altri frati, ci stanno facendo gustare la cura che san Francesco aveva verso le sue figlie e sorelle. Ogni settimana abbiamo celebrato una Santa Messa con don Nicola e don Giordano che ringraziamo con tanta gratitudine. Insieme al parroco emerito don Luciano ci rendono parte viva della nostra parrocchia di Monteluce, alla quale siamo legate da profondo affetto.

Gli esercizi spirituali che abbiamo vissuto con P. Giovanni Petrillo e sr. Stefania Gianfelici ci hanno aiutate a entrare più profondamente nella relazione con il Signore. Grazie a P. Simone Ceccobao per i ritiri mensili che scandiscono il nostro cammino, ai nostri frati che ci amministrano il sacramento della Riconciliazione, ai diversi frati e sacerdoti che, nei tempi in cui è stato possibile, sono venuti a pregare insieme a noi. Impossibile elencarli tutti, ma a ciascuno assicuriamo la nostra preghiera e la nostra amicizia.

Anche noi, che abbiamo fatto della clausura una scelta di vita, abbiamo vissuto insieme a voi il tempo del lockdown, abbiamo annullato le iniziative programmate, soprattutto per i giovani, e per prudenza abbiamo preso la difficile decisione di non riaprire la foresteria. Se questo ha impedito a molti di venire a trascorrere del tempo con noi, ci ha però fatto sentire con più forza l’affetto che ci lega. Dopo il lungo tempo di chiusura, la riapertura della Chiesa per la celebrazione eucaristica è stata una grande gioia, e ringraziamo i tanti amici che ogni mattina vi partecipano, condividendo insieme a noi il momento più importante della giornata.

L’estate ha visto un calo dei contagi che ha permesso la ripresa di alcune attività sospese nei mesi precedenti. È stato così possibile, per i nostri frati, celebrare il capitolo elettivo. A P. Claudio Durighetto, che ha concluso il suo mandato, il nostro grazie pieno di affetto per la sollecitudine che ha sempre avuto nei nostri confronti. A succedergli nel servizio è stato eletto P. Francesco Piloni che, insieme a P. Danilo Tremolada, vicario, e ai frati del Definitorio guida ora il cammino della Provincia; preghiamo per loro, per il compito delicato e impegnativo che portano avanti con tanta dedizione.

Anche per noi è stato possibile realizzare un piccolo ma significativo evento: il 2 agosto, solennità di S. Maria degli Angeli alla Porziuncola e festa del Perdono di Assisi, abbiamo presentato il nostro CD “Chiara, impronta della Madre di Cristo”. È il frutto di anni di impegno nel canto per la bellezza di una liturgia che aiuti davvero la preghiera. Il tema principale è costituito da canti dedicati alla nostra Madre S. Chiara, forse poco conosciuti ma ricchi della sua esperienza spirituale, della sua santità, della grandezza di una donna che, pur lontana nel tempo, è più che mai viva e presente oggi. Accanto a lei, alcuni canti dedicati alla Vergine Maria, di cui Chiara è detta dalle fonti antiche “impronta”. La particolarità dell’evento è stata la diretta sul nostro canale youtube, esperienza nuova per noi. Ringraziamo di cuore il nostro Maestro Franco Radicchia, Mons. Marco Salvi, il Sig. Filippo Antonio Moretti, l’Assessore alla Cultura Leonardo Varasano e tutte le persone che hanno partecipato e reso possibile questo lavoro e il bel momento della presentazione.

Tra le scelte che siamo state chiamate a compiere quest’anno c’è anche quella relativa alla nostra attività di artigianato. Il lavoro è una parte importante della nostra giornata e, come la Madre S. Chiara chiede alle sue figlie, è un lavoro semplice, fatto con le nostre mani, sicuramente non sufficiente al mantenimento della comunità, ma espressione della scelta di una vita povera. Per questo, anche se si tratta di un’attività molto modesta e con mezzi davvero artigianali, abbiamo deciso di aprire un piccolo laboratorio, per lavorare in ottemperanza alle nostre leggi e condividere ciò che ciascuno di voi vive. Il nostro artigianato, lo sapete, non ha come obiettivo una grande produzione: ogni piccolo oggetto è fatto a mano, e vuole essere espressione di una profondità di vita, di un’attenzione, una cura al lavoro fatto con amore e soprattutto, della preghiera che raccoglie ogni istante della vita.

Anche in questo anno abbiamo camminato insieme alle sorelle del Monastero S. Francesco di Todi, affiliato al nostro. Per molto tempo non abbiamo potuto recarci da loro, ma il Signore ci ha aiutate a rimanere nella comunione e a continuare il percorso intrapreso. A ciascuna di loro il nostro grazie per la fiducia, l’affetto, la disponibilità, l’accoglienza che sempre hanno nei nostri confronti.

Insieme alla Chiesa umbra, il 10 ottobre abbiamo gioito per la beatificazione di Carlo Acutis. Un legame speciale ci unisce a lui, anche grazie al dono di aver conosciuto i genitori. Il 23 febbraio abbiamo fatto un incontro con loro, partecipato da tantissima gente, che ci ha reso particolarmente vicino e familiare questo giovane beato e potente intercessore in Cielo.

Mentre scriviamo questa lettera, l’Italia si trova ad affrontare una nuova fase di emergenza. Anche il nostro Vescovo, il Cardinale Gualtiero Bassetti, è ammalato. È per noi un vero Pastore con un grande cuore paterno, e lo accompagniamo con tanto affetto, insieme alla preghiera di tutta la Chiesa. Insieme a lui, i tanti ammalati, i vostri cari, quelli che il covid ha portato via: nessuno è dimenticato davanti a Dio, nessuno è lasciato fuori dalla nostra intercessione.

Sarebbero ancora molte le cose da condividere, quelle belle da ricordare, le sofferenze da portare insieme. È stato un anno molto intenso, nel quale abbiamo percorso sentieri finora sconosciuti. Ma, alla fine, rimane solo il nostro grazie al Signore, che conduce nell’amore la nostra storia e rende Provvidenza ogni situazione della vita. Il nostro grazie a Papa Francesco, che con la sua vita donata al Signore nella Chiesa è un faro di luce per tutti noi, al  nostro Vescovo, a Mons. Marco Salvi, alle sorelle dei nostri Monasteri, agli amici che, anche con il disagio del covid, ci hanno aiutate nella raccolta delle olive, a ciascuno di voi per la vostra amicizia e l’aiuto che ci state dando con la vicinanza e il sostegno. Grazie a tutti voi abbiamo potuto iniziare i lavori di ristrutturazione del Laboratorio Iconografico, che stanno proseguendo e sono a buon punto. Grazie davvero di cuore.

Possiate davvero riconoscere il Signore presente nella vostra vita, e porre in Lui ogni vostra speranza.

Buon Natale.

sr. M. Renata e sorelle

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