La nostra storia

Antico Monastero di Monteluce inizi '900
Antico Monastero di Monteluce inizi ‘900

La nostra comunità nasce nel 1218 a Perugia, nel luogo di Monteluce, un terreno che il nobile perugino Glotto di Monaldo donò alla Chiesa per alcune donne che, unite dal desiderio di seguire Cristo, lì già vivevano insieme da alcuni anni, probabilmente attratte, sin dall’inizio, dall’ideale francescano, come ci testimonia il vescovo Giacomo da Vitry in una sua lettera del 1216:

…Successivamente arrivai in una città chiamata Perugia… Ho trovato  in quelle regioni una sola consolazione: molte persone, d’ambo i sessi, ricchi e laici, lasciata ogni cosa per Cristo, fuggivano il mondo. Si chiamavano frati minori e sorelle minori e sono tenuti in grande considerazione dal signor papa e dai cardinali… Le donne invece dimorano insieme in diversi ospizi non lontani dalle città. Nulla ricevono, ma vivono del lavoro delle proprie mani…

La comunità crebbe rapidamente, e il suo legame con la Madre S. Chiara è testimoniato fin dai primi anni. Come a san Damiano, infatti, nel 1228 il Papa concesse anche a noi il Privilegio della Povertà:

…Come è manifesto, desiderando dedicarvi al solo Signore, avete respinto la brama delle cose temporali.  Perciò, venduto tutto e distribuitolo ai poveri, vi proponete di non avere assolutamente alcuna possessione, aderendo in tutto alle orme di colui che per noi si è fatto povero, e via e verità e vita

Dopo un periodo di decadenza, nel 1448 il Monastero ritrova nuovo vigore nella fedeltà al carisma clariano, grazie all’aiuto di un gruppo di monache provenienti dal monastero di S. Lucia di Foligno, abbracciando la “riforma osservante”.

Come già nei giorni del suo inizio, la comunità rifiorì nel desiderio di conformarsi a Cristo povero, in una vita semplice di preghiera e lavoro, nell’unità fraterna. Frutto di questo rinnovato fervore, fu la benedizione del Signore con il dono di numerose vocazioni.

Le sorelle, secondo la Regola, vivevano di provvidenza e del loro lavoro: filavano, tessevano lino, canapa e lana; alcune erano impegnate nello Scriptorium, dove copiavano e scrivevano libri e breviari.

Dimorare insieme e servire Dio, alle porte della città, vivendo del lavoro delle proprie mani: così è stato lungo i secoli, fino a oggi, in un rapporto costante con la città. Con essa la Comunità ha condiviso attese e speranze, momenti lieti e drammatici, nell’intercessione e nell’offerta. Testimone di questa comunione è fin dal 1235 la cosiddetta Luminaria, la processione che ogni anno nella vigilia dell’Assunta si snoda dalla cattedrale san Lorenzo fino alla chiesa di Monteluce.

In seguito alle soppressioni della fine del XIX secolo, nel 1910, le nostre sorelle furono cacciate dal loro amato monastero, che fu trasformato nel Policlinico della città e la chiesa di Monteluce fu resa parrocchia del quartiere nascente. Dopo essere state accolte nel monastero di S. Agnese per 15 anni, finalmente, nel 1925, trovarono nell’allora villa di S. Erminio, dei Conti Oddi- Baglioni, un luogo dove poter vivere la loro vita claustrale. Questa, nel 1267 era sorta come monastero di monaci silvestrini e la sua chiesa era intitolata a S. Benedetto. Divenne proprietà degli Oddi nel 1657 e alla sua chiesa fu donato, nel 1662, il corpo del santo martire romano Erminio, dove tutt’ora è custodito.

Dal 17 settembre 1925 la comunità delle clarisse di S. Maria di Monteluce risiede nel monastero S. Erminio, continuando a rendere vivo e attuale il carisma della Madre S. Chiara.