I domenica di Avvento 2021

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Prima Lettura
Dal libro del profeta Geremìa (Ger 33,14-16)
Ecco, verranno giorni – oràcolo del Signore – nei quali io realizzerò le promesse di bene che ho fatto alla casa d’Israele e alla casa di Giuda.
In quei giorni e in quel tempo farò germogliare per Davide un germoglio giusto, che eserciterà il giudizio e la giustizia sulla terra.
In quei giorni Giuda sarà salvato e Gerusalemme vivrà tranquilla, e sarà chiamata: Signore-nostra-giustizia.

Salmo Responsoriale Dal Sal 24 (25)
R. A te, Signore, innalzo l’anima mia, in te confido.
Fammi conoscere, Signore, le tue vie,
insegnami i tuoi sentieri.
Guidami nella tua fedeltà e istruiscimi,
perché sei tu il Dio della mia salvezza. R.

Buono e retto è il Signore,
indica ai peccatori la via giusta;
guida i poveri secondo giustizia,
insegna ai poveri la sua via. R.

Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà
per chi custodisce la sua alleanza e i suoi precetti.
Il Signore si confida con chi lo teme:
gli fa conoscere la sua alleanza. R.

Seconda Lettura
Dalla prima lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi (1Ts 3,12-4,2)

Fratelli, il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore fra voi e verso tutti, come sovrabbonda il nostro per voi, per rendere saldi i vostri cuori e irreprensibili nella santità, davanti a Dio e Padre nostro, alla venuta del Signore nostro Gesù con tutti i suoi santi.
Per il resto, fratelli, vi preghiamo e supplichiamo nel Signore Gesù affinché, come avete imparato da noi il modo di comportarvi e di piacere a Dio – e così già vi comportate -, possiate progredire ancora di più. Voi conoscete quali regole di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù.

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 21,25-28.34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

Questa domenica ci dona la gioia di diversi nuovi inizi. Innanzitutto la domenica è sempre una Risurrezione preparata per noi, che nella celebrazione eucaristica immergiamo la nostra vita per tornare a riceverla rinnovata dalla potenza di Cristo. Abbiamo, inoltre, la grazia di iniziare un nuovo anno liturgico. Cos’è un anno liturgico? È un tempo preparato dalla sapienza della Chiesa, che in ascolto dello Spirito dona ai fedeli un tempo pieno di significato: una nuova possibilità di viaggiare, insieme ai fratelli, negli eventi della vita di Gesù non solo ricordandoli, ma ricevendone tutta la grazia salvifica attraverso la celebrazione della liturgia, ossia la nostra partecipazione all’opera di Dio, nostro Padre, che vuole per noi la vita eterna. Entriamo quindi in questo tempio che è il nuovo anno liturgico innanzitutto chiedendo al Padre di incontrarlo lungo i giorni e di trovare in Lui, nella sua Parola e nei suoi Sacramenti, il significato di tutto quello che ci sarà dato di vivere. Prima tappa di questo viaggio è la prima domenica del tempo di Avvento: in questa parte di cammino avremo modo di contemplare la straordinarietà del Dio che sceglie di farsi carne per condividere tutto della nostra vita.

Con le parole del profeta Geremia, Dio annuncia che realizzerà “le promesse di bene” che ha fatto: quale promessa ho ricevuto io, personalmente da Dio?  Mi aveva forse promesso un matrimonio senza problemi? Una vita senza fastidi? Un lavoro di sole soddisfazioni? Se sento affiorare in me il senso di delusione, è l’occasione per approfondire, nel dialogo con Dio, ciò che desidera davvero per me, per la mia “liberazione”, quella che Gesù annuncia nel Vangelo di oggi. Posso provare a entrare nella Parola di questa domenica facendo memoria di tutte le volte che il Signore si è dimostrato fedele al suo amore di Padre misericordioso, nei passaggi di liberazione che ha operato nella mia vita finora, e nella gratitudine ravvivare in me la consapevolezza di Chi è Colui che mi viene incontro in questo Avvento.

Se mi sembra di non aver mai ricevuto questa promessa, è oggi il giorno giusto per chiederla nella preghiera, chiedendo contemporaneamente la grazia di mettermi in ascolto e di percepirne la capacità di donarmi gioia, vita nuova. Posso provare a chiedere aiuto al parroco, al confessore, alla mia guida spirituale, esprimendogli il bisogno di scoprire qual è il desiderio di Dio su di me. 

Gesù nel Vangelo ci annuncia sconvolgimenti e angosce (come un paio di domeniche fa), ma tutto quello che attraversiamo è sempre sottomesso alla sua potenza: in Lui, grazie al discernimento che ci dona lo Spirito, la realtà smette di essere assurda e muta e può donarci di fare esperienza del Padre; è questa, in fondo, la promessa da scoprire, ossia la presenza di Dio con me, in me, il dono che mi viene fatto della comunione con Lui.

 “Gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa…”: di cosa ho veramente paura e che cosa attendo? Rimanendo sintonizzato nell’ascolto di quella Parola ricevuta posso cercarne il compimento, ogni giorno in modo più sottile e profondo. Gesù ci invita a stare “attenti”: a custodire nel profondo la speranza certa dell’abbondanza di vita che è venuto a portare. Per questo c’è bisogno di “vegliare in ogni momento pregando”, vivendo la preghiera come connessione con la verità di ciò che siamo davanti a Dio, come occasione per “fuggire” in modo sano da ciò che mi toglie pace per “comparire davanti al Figlio dell’uomo”, cioè davanti a Chi non ha avuto paura di lasciare il seno del Padre per diventare mio compagno, veramente uomo e quindi veramente Redentore.

L’essenziale è stare nell’ascolto di ciò che sale da dentro.
Le nostre azioni spesso non sono altro che imitazione, dovere ipotetico
o rappresentazione erronea di che cosa deve essere un essere umano.
Ma la sola vera certezza che tocca la nostra vita e le nostre azioni
può venire solo dalle sorgenti che zampillano nel profondo di noi stessi.
Si è a casa sotto il cielo si è a casa dovunque su questa terra se si porta tutto in noi stessi.
Spesso mi sono sentita, e ancora mi sento, come una nave che ha preso a bordo un carico prezioso:
le funi vengono recise e ora la nave va, libera di navigare dappertutto.”

Etty Hillesum, Diario

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