Domenica delle Palme – Anno C

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Con la Domenica delle Palme si apre il grande portale della settimana più santa di tutti i tempi, in cui si ricapitola tutto il mistero della nostra salvezza, e si compie in Cristo il mistero della nostra vita umana.
Dalla luce attraverso le tenebre più fitte alla luce eterna.
Dalla gloria umana attraverso la passione e morte alla Vita senza tramonto.
Dall’umiliazione della sofferenza umana di Cristo (e nostra) a Lui Re della gloria (e noi in Lui).

La solenne celebrazione della Domenica delle Palme inizia con la processione con cui anche noi andiamo esultanti incontro a Gesù e pieni di gioia lo accogliamo come Re. Insieme ai discepoli e alla folla gridiamo il nostro entusiasmo: ecco, finalmente Gesù non si nasconde più, si mostra qual è, Re e Signore, dominatore degli eventi che prevede e dispone – come per l’asinello che due discepoli inviati avrebbero trovato e slegato, e sul quale avrebbe compiuto il suo ingresso a Gerusalemme.

In passato, infatti, Gesù vietava ai risanati di parlare della loro guarigione miracolosa, ai discepoli imponeva il silenzio sulla sua identità, metteva a tacere i demoni che lo riconoscevano, fuggiva le folle che lo volevano fare re… ora non più, è come mosso da un’urgenza. Il suo ingresso a Gerusalemme si fa evento solenne, regale, cui non si oppone. Anzi, risponde ad alcuni farisei che gli chiedono di far tacere i discepoli: “se costoro tacessero, griderebbero le pietre”. È l’ingresso regale del Signore nella sua città, ed è bello essere tra i suoi discepoli, seguirlo in questa sua gloria umana!

Ma subito la Liturgia sembra voltare pagina e svela il Mistero del nostro Dio: nella misura in cui Egli si manifesta, avanza e si fa forte l’“ora delle tenebre”, un rifiuto di Lui sempre più accanito e totale. Irragionevole. Come irragionevole è il male cui impotenti stiamo quotidianamente assistendo. Il male “grande” della guerra, ma anche il male in germe che spesso insidia i nostri pensieri e sentimenti e vuole farsi azione.

Quest’anno la Liturgia delle Palme ci dona di ascoltare la passione e morte di Gesù secondo il Vangelo di Luca. Della contemplazione senza fondo dell’evento, in cui Gesù si fa sempre più Signore consegnato, Onnipotenza “impotente”, Luce offuscata dalle tenebre, evidenziamo solo due aspetti, a loro volta senza fondo: l’atteggiamento di Gesù davanti a Erode, dove Lui, Verbo eterno del Padre, si fa silenzio; e il perdono che egli grida dalla croce con quelle sue ultime parole: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno”.

Le ultime parole di Cristo in croce sono state meravigliosamente musicate da Joseph Haydn. E non ci si può non commuovere ad ascoltare la I Sonata su queste parole, “Pater, dimitte illis, quia nesciunt quid faciunt”: in quelle parole di Gesù al Padre c’eravamo anche noi, già c’eravamo, ognuno di noi! Gesù aveva pensato a noi, a me!

Santa Chiara d’Assisi aveva scelto proprio il “portale” della Domenica delle Palme, 810 anni fa, per iniziare il suo cammino di sequela dietro a Gesù. Il Signore doni anche a noi in questa settimana di seguire le Sue orme, e di giungere, come Chiara, alla visione del “Re della gloria”.

Foto di Pfüderi da Pixabay

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