Canta ed esulta, perché grande in mezzo a te è il Santo d’Israele!
Le parole del ritornello del Salmo Responsoriale ci introducono nel clima di gioia in cui la Chiesa, nella III domenica di Avvento, ci immerge.
La prima lettura, tratta dal profeta Sofonia, utilizza termini diversi per esprimere questa gioia: nel solo primo versetto ne troviamo quattro diversi, a indicare l’indicibilità e l’incontenibilità dell’esultanza del popolo. Nel v. 15 ci viene detto il motivo: il Signore, senza alcun merito da parte del popolo, ha perdonato il peccato, ha disperso i nemici e, soprattutto, ha preso dimora in mezzo al suo popolo come Re di Israele e prode salvatore. Egli dissipa ogni timore e disperazione: Dio salva. Alla gioia dell’uomo corrisponde quella di Dio, che gioisce del suo popolo. È l’incontro nuziale tra il Signore e Israele che fa sì che lo Sposo sia pieno di gioia.
Nella lettera ai Filippesi, la gioia assume una sfumatura ulteriore: la gioia e la pace sono doni dello Spirito santo, e perciò elementi fondamentali della vita cristiana. La gioia non è semplicemente un sentimento, ma trova espressione nell’amabilità, che è anche bontà, mitezza, indulgenza. Non è legata agli eventi esterni, ma ha una sorgente profonda rimane vera anche nelle difficoltà e nelle angustie. La vita cristiana, lo sappiamo bene, non è esente dai problemi e dalle sofferenze, ma attraverso la preghiera e l’abbandono fiducioso alla Sua volontà, la gioia e la pace fioriscono nella certezza che il Signore è vicino, è con noi.
Il clima di gioia sfocia poi nel Vangelo, nel quale incontriamo il protagonista di questa domenica: Giovanni il Battista. Un uomo rude, severo, cha invita alla conversione. Per tre volte gli viene rivolta la domanda: “Cosa dobbiamo fare?”, come reazione positiva di accoglienza della chiamata da lui rivolta con forza e chiarezza. Ciò che lui chiede, è alla portata di tutti, tocca la quotidianità dell’esistenza: condivisione, onestà, rettitudine, un servizio reso con giustizia jper il bene degli altri… Il Battista prepara la strada nel cuore degli uomini e delle donne a Colui che, solo, può compiere nella vita la novità assoluta, battezzando non con acqua ma con lo Spirito santo. Egli è l’Atteso, lo Sposo, Colui che la storia di Israele desidera come compimento e senso di tutto. La gioia in cui il Vangelo ci introduce è quella della conversione, che attraverso la vita di ogni giorno, le relazioni semplici e profonde che viviamo, permette di accogliere la Presenza del Signore in mezzo a noi e ci fa gustare la gioia dell’amore vero.
Anche nei nostri giorni, ancora segnati dalla pandemia, dalle sue conseguenze, dalla sofferenza che ogni famiglia, ogni persona vive, l’annuncio della gioia risuona potente. Non è un annuncio lontano da noi o rivolto ad altri: è per noi, è per te che leggi, perché il Signore vuole entrare nella tua esistenza in modo nuovo, vuole rinnovarla dall’interno, attraversandola con nuovi passi di conversione, di apertura all’annuncio del Vangelo che è la buona notizia.
Sono tante le persone che ci chiedono preghiere per le situazioni difficili che vivono: a ciascuna di loro, a ciascuno di voi giunga la chiamata alla gioia. Esulta, rallegrati, gioisci perché il Signore è nella tua vita, viene ad abitarla, viene a riempire della sua presenza tutti quegli spazi oscuri e dolorosi nei quali sperimenti una profonda solitudine. Lui è lì dentro, e li illumina, li rischiara, li guarisce e vi porta la Vita, quella vera.
Rallegrati, oggi, e gioisci!